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[PARTE III L’irradiazione] CAPITOLO QUATTORDICESIMO
Il mondo ha bisogno di una Novella Pentecoste
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Gesù assicura l’Anima che se crederà alla sua parola si compiranno in lei le sue misericordie. Lei vorrebbe una conferma per il Ministro di Dio.
— 7·7·1966 Mattina ore 12. Durante l’esame particolare.
L’anima si sente molto trasportata, avvinta dal suo dolcissimo Signore che le dice:
— La mia parola dura per sempre…
Il tuo cuore mi manifesterà nella glorificazione dello Spirito Santo.
— «Ah, mio dilettissimo Salvatore, o amore dolcissimo di tutto l’universo delle anime amanti… voi fate presto a dire questo… e per me diventa motivo di tanta sofferenza… ma intanto ora per poter procedere a quanto desiderate è necessario che parlino i fatti…».
Non c’è più tempo.
— 9·7·1966 Sera ore 17.15. Nella meditazione.
Improvvisamente:
— Non ti dissi già io, che se crederai alla mia parola si compiranno in te le mie misericordie?
— «Sì, ma intanto il vostro Ministro, ora vuole fatti evidenti… non gli bastano le sole parole. Quindi, mio dolcissimo Signore, se volete che si raggiunga a quanto voi desiderate… intervenite, venite in suo aiuto!».
***
Gesù le ha affidato questa missione presso la Chiesa, ma la Povera Anima non si sente all’altezza e chiede allo Spirito Santo di intervenire.
— 10·7·1966 Mattina ore 5. (L’anima è molto presa).
«O mio Dio e mio Signore, tu sai tutto, io non so niente. Tu vedi tutto, io non vedo niente. Tu puoi tutto, io non posso niente. Tu possiedi tutto, io non possiedo niente. Ma è meglio che sia così… perché altrimenti chissà che cattivo uso ne farei, mentre invece così…
O Dio! O Figlio di Dio! O divino Spirito! O divina invasione! Io ti adoro!». L’anima è fortemente posseduta per circa mezz’ora, quindi la dolcissima voce del suo adorato Signore le dice:
— Le mie opere si compiono da sé e non c’è per nulla bisogno di qualsiasi altro aiuto… ma è ancora opera del mio amore l’aver affidato a te la grande missione di far conoscere alla mia Chiesa, il mio desiderio che venga posto in grande onore il culto giustamente dovuto allo Spirito Santo. Spirito di verità, di giustizia e di eterna carità nel Padre e nel Figlio.
— «Ma, buon Gesù, ora le cose stanno così: le sole parole non bastano… ed è anche giusto. Chi volete che creda ad una meschina creatura, quale sono io?!». Non c’è più tempo. (Incontro di oltre un’ora).
— 12·7·1966 Sera, ora tarda. Incontro inaspettato e improvviso.
«Oh quanto è amabile e dolce la tua presenza o ineffabilissimo Figlio di Dio! La tua venuta riempie ogni vuoto, appaga ogni desiderio, ricolma l’anima di Paradiso, perché il Paradiso sei Tu! Ah, Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo!… Dio vero… Dio unico… Dio amore eterno, sostanziale… Dio inebriante, Dio vivificante… Dio luce… calore… fuoco del mio cuore… O dolce fiamma di quel fuoco che sempre brucia nel Sacro Petto del mio amabilissimo Signore Gesù… perché non discendi anche nel cuor mio per poi rimanervi e consumarlo tutto per Te, o amatissimo mio Signore… o dolce amore del mio cuore?». Qui l’anima è immersa nel suo Dio e non ha più parole…
È una cosa che sta molto a cuore anche a me… ma io non so proprio cosa fare… «O eterno divino Spirito del Padre e del Figlio, perché non vi mostrate apertamente in qualche modo, affinché la Santa Chiesa accolga il grido del Cuore amabilissimo del nostro Signore e Salvatore e vi glorifichi come ben meritate? Ah se non intervenite voi, non si potrà fare mai nulla…».
***
La Povera Anima è di nuovo nell’aridità e nella prova. Gesù si serve di queste per farla crescere nel suo amore.
— Dopo quest’ultimo incontro la povera anima viene sottoposta ad una nuova prova, che ha la durata di oltre quindici giorni. Quale cambiamento! Sembra che tutto sia tramontato! Tutto tace! Il dolcissimo Signore Gesù non dice più nulla… anche l’anima non ha più gli entusiasmi e il trasporto dell’amore verso di Lui!
Povera creatura umana, a quanti mutamenti va soggetta! Eppure anche in questo la fede ci insegna che c’è Lui… tutto Lui. Del resto, che deve importare alla povera piccola creatura, l’essere trattata in un modo od in un altro? Ciò che più le deve stare a cuore è di lasciarlo fare… e di non cercare altro che la sua gloria.
Ed è appunto il sentimento di questa gloria del Dio d’amore che in questo tempo la sostiene e l’accompagna… e la fa gridare dall’intimo del cuore: «Sì, Signore anche questo,… per la tua gloria, per il tuo Regno, per il tuo Nome Santo! Perché in me si compiano i tuoi disegni! Finché vuoi, come vuoi, quanto vuoi! A gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo!». E della sua missione di far glorificare lo Spirito Santo, che ne pensa intanto la piccola creatura? Nulla. Anche di questo non si preoccupa… nella certezza che tutto ciò che Dio vorrà a suo tempo si compirà.
— 28·7·1966 Mattina. Dopo la S. Comunione.
L’anima, dopo essersi intrattenuta per qualche tempo con il suo Signore Sacramentato, vorrebbe dedicarsi ad un po’ di meditazione ma si accorge che le è impossibile, perché una forza superiore non glielo permette.
Poi a un certo momento, finalmente dopo tanti giorni, la dolcissima voce del suo Signore Gesù le dice:
— Le prove nelle quali di tratto in tratto devo sottoporre l’anima tua non ti devono far smarrire…
È necessario ch’io agisca così, perché in tal modo la posso rendere sempre più capace a ricevere i miei doni di grazia, affinché tu possa corrispondere sempre meglio ai miei disegni d’amore.
— 3·8·1966 Sera ora tarda. L’anima è fortemente presa.
— L’amore è Dio. Dio è l’amore, tutto l’amore. Dio è carità, eccelsa, infinita carità!
Oh beata quell’anima a cui è dato di comprendere questo linguaggio!
— «Oh mio Dio… o mio dolce amore… o dolce amore del mio Dio! O carità ineffabile… o eccelsa, divina carità! quanto l’anima mia ha sete di te!… ma non vedi che io tutta mi struggo per il desiderio di te solo, o mio amore, o mio dolce Signore, o mia deliziosissima ed eterna carità del Padre?
O amore, o carità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, o dolce Paradiso dell’anima mia io ti adoro! Tutta a te mi dono e mi abbandono… e tu fai pure di me quello che vuoi… Anche per quanto mi chiedesti di tuo gradimento, io mi abbandono tutta a te… e tu agisci pure senza riguardi…
Però, se proprio la desideri quell’opera… ti prego, vieni in soccorso a Chi dovrebbe occuparsene, altrimenti tutto andrà a finire nel silenzio, ed allora?».
L’anima sarebbe tentata di non conservare questo incontro, chissà perché.
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Le opere dell’amore di Dio richiedono sofferenze.
La Povera Anima dovrà molto soffrire per essere stata scelta per un’opera di così grande importanza.
— 5·8·1966 Primo venerdì del mese. Sera ora tarda.
Dopo più di un’ora di terribile tormento per tutto il povero essere, finalmente la voce dell’amabilissimo Signore Gesù si fa sentire alla sua piccola creatura.
— Se tutte le opere del mio amore sono motivo di grandi sofferenze per quelli che io scelgo a tenermi compagnia più da vicino… quanto più dovrà costare a te, mia piccola creatura, scelta per un’opera di così grande importanza?!… Oh quanto io desidero che questo Culto si stabilisca nella mia Chiesa… nelle anime… nella Società!
Il mondo d’oggi ha bisogno di questa novella Pentecoste… affinché le anime si sentano scosse, illuminate, rinvigorite per una nuova ripresa di vita cristiana… di una vita che più prestamente le conduca alla salvezza, alla santificazione. Oh la salvezza delle anime quanto mi sta a Cuore! È un’esigenza alla quale non posso rinunziare.
— «Ma mio Signore Gesù Cristo… la cosa è di troppa importanza… se non intervenite voi, non si potrà fare mai nulla. Le creature vogliono delle prove evidenti…».
***
L’Anima teme di non riuscire a fare nulla di quanto le è stato comandato. «Le opere di Dio non le compiono le creature».
— 7·8·1966 Domenica. Mattina ore 10.
La piccola creatura si trova sola in sartoria. Improvvisamente viene presa e tutta avvinta nella misteriosa forza, e nel frattempo non può che esclamare: Dio! Dio! Dio mio! Poi passati brevi minuti, sotto l’azione della stessa forza, istintivamente esclama: «Quanto sarebbe stato meglio se vi foste scelto un’altra creatura… meno indegna di me… forse a quest’ora sarebbe stato fatto già qualche cosa… tuttavia, eccomi…».
L’incontro finisce così.
— Lo stesso giorno, ore 14, al telefono.
Improvvisamente l’anima viene nuovamente presa dalla solita misteriosa forza e dopo passati brevi minuti di forte attrazione, il dolcissimo amore dell’umanità e mio Signore Gesù Cristo dice alla sua piccola creatura:
— Non temere… le opere di Dio non le compiono le creature, ma Dio stesso. Ed è per questo che la mia scelta cade dove maggiormente il mio Cuore si sente inclinato… e non certo per merito della creatura, ma perché così è di mio gradimento. Però, ciò che io attendo poi da tale anima si è una corrispondenza generosa e totale ad ogni esigenza del mio gratuito amore.
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